Un’ipoteca per il futuro dalle elezioni romene?


Coat of arms of the Union of Soviet Socialist ...

Coat of arms of the Union of Soviet Socialist Republics from 1958 to 1991 (Photo credit: Wikipedia)

Un esito prevedibile, quello delle elezioni romene di ieri.

C’è chi parla di risovietizzazione, soprattutto gli americani che, forse, non hanno ancora esorcizzato abbastanza gli spettri della Cortina di Ferro o, magari, non vedono l’ora di riaccendere quelle fiammelle sopite buttando benzina sul fuoco.

Personalmente, non credo che ci sia questo rischio, prima di tutto perché i Soviet non esistono più e poi, anche perché la Russia è per la Romania un ricordo lontano e spiacevole.

Ciò che, invece, mi preme sottolineare è il fatto che, con un risultato plebiscitario come questo (l’USL, Unione Social Liberale supera, al Senato, il 60%) bisogna avere un programma articolato e, soprattutto, durevole.

Difficile dire se, in un contesto così particolare come quello della Romania post-comunista e post-consumista, ci sarà un’attività parlamentare davvero all’altezza di percentuali così eloquenti (il precedente nostrano dell’attuale legislatura non mi sembra abbia dato i risultati ipotizzati).

Certo, mi viene sempre da sorridere sotto i baffi quando leggo l’aggettivo “liberale” come attributo dei partiti carpatici. Cosa vuol dire “liberale” nel 2012? Vuol dire forse liberista? Libertario? Liberale come a inizio Novecento?

D’altra parte, curioso a dirsi, “liberali”, in Romania sono “tutti”, sia destra che sinistra.

Stavolta la palla è alla sinistra. Staremo a vedere.

 

La Romania e le sue dubbie soluzioni politiche


English: President Traian Basescu at the Gypsy...

English: President Traian Basescu at the Gypsy Festival, Romania 2009 (Photo credit: Wikipedia)

Ho nutriti dubbi sul semipresidenzialismo.

Mi riferisco, evidentemente alla situazione romena attuale e al gioco di forza tra il presidente Basescu e il governo socialdemocratico di Ponta: un braccio di ferro spietato che dimostra, come sempre, l’attaccamento dei politici “latini” alle proprie poltrone e l’incapacità di operare mettendo in opera progetti concreti.

Non hai la maggioranza? Allora cambia la legge elettorale o (come nel caso romeno attuale) cambia il presidente della Repubblica.

Non che Basescu sia un santo e men che meno un fine politico, ma l’avventatezza dei socialdemocratici di governo per cercare di deporlo non ha certo fatto il loro gioco… anzi…

Per deporlo, hanno fatto di tutto, compreso un referendum popolare (perso) a cui si stanno ora drammaticamente riappellando.

Peccato. Sarebbe bello poter parlare, in politica, di programmi e non di poltrone.

Nuovo cambio ai vertici della Romania


Victor Ponta's portrait, president of Social D...

Victor Ponta's portrait, president of Social Democrat Party from Romania Română: Portret Victor Ponta, presedintele PSD (Photo credit: Wikipedia)

Non ha superato nessun banco di prova, il governo di Mihai Razvan Ungureanu, il giovane outsider che aveva tentato la strada tecnica.

Ecco, ora, Victor Ponta, leader socialdemocratico trentanovenne, scendere in campo personalmente, in coalizione con i liberali, e con un governo “politico ma a tempo determinato”, fino alle elezioni di novembre.

Difficile governare la Romania, oggi più che mai, con tutto quello che significano crisi e corruzione.

Interessante vedere un leader politico, per di più giovane, esporsi in modo diretto.

Positivo vedere, indipendentemente da simpatie ed antipatie politiche e di programma, come ci sia questa volontà di svecchiare, nei limiti del possibile, la classe dirigente, dato che questo è già il secondo “premier giovane”.