Viaggiare “social”: potenza del web reputazionale


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Un tranquillo fine settimana tra le città d’arte della Pianura Padana, in totale serenità, con tutta la famiglia.

Piazza delle Erbe, Mantova, Lombardia, Italia

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Tutto è nato da un “buono agriturismo” regalatoci da amici diverso tempo fa. Era in sadenza e abbiamo deciso di scegliere una meta “minore”, abituati in genere alle grandomanie dei viaggi all’estero.

Mantova, la prima scelta, passando per Sabbioneta all’andata e fermandoci a Parma per il ritorno. Circa settecento chilometri in tutto. Poche ore di macchina, grazie alla buona rete autostradale del nostro nord Italia. Un po’ di freddo, certo, ma è la stagione.

Abbiamo per la prima volta viaggiato con l’ausilio di TripAdvisorper fermarci a mangiare senza “andare per tentativi”, dato il poco tempo a disposizione.

Piazza Ducale, Sabbioneta, Lombardia, Italia

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Ed ecco la grande sorpresa: tre locali, uno a Sabbioneta, uno a Mantova, il terzo a Parma. In tutti i casi non ci saremmo fermati, in condizioni normali (tranne per il terzo, assai centrale). E invece, grazie alla componente reputazionale del web, lo abbiamo fatto e con giudizio eccellente in tutti i casi.

A Sabbioneta, lo “Snack Bar Stazione – Tavola Calda” è in realtà un’osteria tipica mantovana, con piatti regionali straordinari e ottimo lambrusco: profumatissima culaccia, spalla bollita nel vino, stacotto di asino, lumache con funghi e polenta.

A Mantova avevamo voglia di carne e “da Vasco” è specializzato in carne bovina di qualità. Ottimo servizio e attenzione, benchè non avessimo prenotato.

Battistero e Campanile, Parma, Italia

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A Parma, l'”Osteria dello Zingaro”, cucina “etnica”, come dicono loro: anolini in brodo e tortelli alle erbette. Eccellenti, per non parlare dei prosciutti e culatelli sapientemente esposti sul bancone per invogliare gli avventori.

Eh sì, perchè la forza del web reputazionale, questi locali li riempie eccome! E i proprietari, orgogliosi,  mettono nei loro menù il certificato di TripAdvisor della loro “bontà”, cioè i “pallini” con cui sono giudicati dai web-gastronauti (non me ne voglia il bravo Davide Paolini di Radio24 per aver adeguato il suo termine al mio blog).

Alla fine, il giudizio del pubblico è stato essenziale per rendere giustizia a questi luoghi del gusto. Un passaparola potente, forse non ancora troppo consueto tra gli avventori, ma che si dimostrerà a breve essenziale per la sopravvivenza e la crescita di una ristorazione di qualità all’insegna della tradizione o dell’innovazione.

La straordinarietà del patrimonio culturale italiano, così evidente nelle nostre splendide città, risalta finalmente anche nei menù di ristoranti ed osterie, grazie all’eliminazione da parte del pubblico di quella fetta di esercenti che “non meritano”. Una democraticissima premiazione della qualità del lavoro e della capacità organizzativa e gastro-filologica di persone che non fanno ristorazione per business ma per mantenere alti i valori di un patrimonio eno-gastronomico d’eccezione una unitarietà e diversità di grande intensità rara altrove.

Grazie anche al web.