Souvenir di Roma

Rome

Rome (Photo credit: ryarwood)

Un fine settimana (un sabato, per dire la verità) passato a Roma, quella che dovrei chiamare la mia città. Una pizza con i vecchi compagni di liceo, rischio Compagni di Scuola di Verdone e, invece, una serata tranquilla in ricordo della maturità di vent’anni fa. Una piccola festa con i miei genitori, in trattoria, come ai vecchi tempi.

Sembrerebbe la cronaca di qualcosa fuori dal tempo ma, in effetti, molte cose sono cambiate.

In primo luogo, non abito più a Roma da quasi dieci anni e che volete che ne sappia di come abbia pulsato e vissuto questa metropoli in tanto tempo… Un tentativo fatto tre anni fa di tornarci a vivere, tuttavia, mi rassicura che le cose non siano esattamente migliorate, con gli anni.

In secondo luogo, mi ha molto stupito il trovare una trattoria popolare della Garbatella completamente vuota, di sabato, a pranzo. “La gente viene la sera”, sostiene mia madre, e probabilmente ha ragione, eppure io ricordavo che, in un tempo non troppo lontano, bisognava prenotare per potersi sedere a mezzogiorno (che poi, a Roma, sarebbero le due). Sarà la crisi, questa psicosi del non farcela, di non essere più in grado di arrivare a fine mese (e sì che siamo appena all’inizio di maggio…)?

Insomma, le cose sono cambiate e molto. Non sono solo i vent’anni dalla maturità, che mi hanno fatto tornare ai miei, di vent’anni. Paradossalmente, loro, i miei compagni di un tempo, non sono troppo cambiati, a parte qualche capello in meno per alcuni. Anche caratterialmente, non c’è tanta differenza. Meno male! Se vogliamo, mi ha stupito che, tranne pochi casi di irriducibili, la maggior parte, me compreso, si è conformata a soluzioni familiari consacrate, con coniugi e prole, benché si parli tanto, oggi, di modern family.

Infine, come dire, un ringraziamento speciale va a Trenitalia. Beh, qui il discorso è complesso: l’Alta Velocità mi ha permesso di fare questo andirivieni che altrimenti non avrei potuto immaginare. Se sia una cosa positiva o negativa, questo poi è un discorso ampio. Già vivere lontano dai genitori è un punto da discutere. Vivere in un’altra città, anzi due, tre… Cosa dovremmo fare? Ancora una volta, entra in gioco il paradosso dell’involuzione delle relazioni personali in proporzione diretta con l’evoluzione degli standard di vita, soprattutto per chi si trova innestato in abitudini irrinunciabili, come il dover lavorare presso un terzo, cosa che sia io, sia mia moglie, facciamo.

 

 

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